ROBERTA RIZZO: Rossa come l’amore perduto

Esce oggi, finalmente!, il nuovo romanzo di quella che fino ad oggi abbiamo conosciuto come Moony Witcher ma che questa volta pubblica con il suo vero nome: Roberta Rizzo.
Fino al 17 ottobre avrete poi la possibilità di vincere una copia del romanzo su blog di Moony Witcher/Roberta Rizzo. 😉

Rossa come l’amore perduto Roberta Rizzo Moony Witcher
Rating: ★★★★☆
Editore Giunti
ISBN 9788809793149 brossura
Pagine 145
Prezzo € 9.90
Uscita 8 ottobre 2014
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Recensioni Anobii | Goodreads

Rossa come l’amore perduto
Roberta Rizzo (aka Moony Witcher)

www.robertarizzo.com

“Rossa come l’amore perduto” è una storia di sentimenti, di dolore e di speranza. Protagonista è Constanze Blanc, 16 anni, capelli rossi come il rame e occhi di giada. E’ bella, alta, formosa e con un talento innato: suona divinamente il violino come sua madre, Sara. Constanze, detta Coco, e Sara vivono a Parigi. Coco, segue a comando ogni ordine dettato da sua madre, dalla quale ha preso il cognome non avendo mai saputo l’identità del padre. A pochi mesi dal suo diciassettesimo compleanno, vive il più grave dei lutti: la morte della giovane madre colpita da leucemia fulminante. Sara le lascia un diario, nel quale Coco scopre che la madre era stata adottata e ne ripercorre la vita adolescenziale trascorsa in Italia, a Pavia. Così, tra le pagine, “conosce” il primo, grande, unico amore di Sara: un giovane clarinettista pavese dai capelli rossi e i modi gentili. Constanze ora sa che suo padre è italiano, ma nel diario non c’è scritto il nome, solo il nomignolo, Drago, per via delle sigarette fumate senza sosta. Coco partirà per Pavia e grazie all’aiuto di un’amica di sua madre, si iscrive al conservatorio immergendosi in quella vita che, sedici anni prima, aveva visto sua madre felice, innamorata e avvolta dalle magiche note di Mozart. La ricerca dell’identità del padre correrà parallela alla presa di coscienza di cos’è l’amore. Un corsa furiosa ricca di tormenti, lacrime, sorrisi e primi baci.

Alcuni estratti dal romanzo:

In quel momento Sara si alzò dalla panca, passò le mani tra i capelli fissando i due giovanotti: «Mia figlia è molto creativa. Certe doti sono innate». Constanze chinò la testa e incartò il carillon che i due avevano scelto. Appena i clienti se ne furono andati si girò verso sua madre: «Doti innate… vuoi dire ereditate! Come il violino, come l’amore per la musica!». «La musica… sì… la musica è tutto quello che meritavi di ereditare» rispose improvvisamente aspra la donna. Coco ammutolì. Un’ombra di tristezza la attraversò e sentì, come in tante altre occasioni simili, il desiderio di cullarsi con il suono di uno dei suoi carillon.

Le movenze delle mani, il tentennare della testa e il ciuffo ribelle che danzava sulla fronte di David. Tutto sembrava così inverosimile. C’era pace in quella musica. C’era dolcezza. C’era quello di cui Constanze aveva bisogno. Si alzò dal letto appena lui staccò le dita dai tasti. David rimase seduto a guardarla incantato dai suoi occhi verdi, illuminati dalla bellezza. L’abbraccio fu interminabile. Fu come il volo di due gabbiani sul mare azzurro. L’incontro dei volti, il contatto delle guance e poi delle labbra.

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