L’orso che venne dalla montagna…ne parliamo?

L’orso che venne dalla montagna
di William Kotzwinkle

pag 272
prezzo € 17 .00
ISBN: 978-88-95381-23-7
editore Zero91

Voto: (bello)


Arthur Bramhall è noto ai suoi colleghi per essere un mediocre professore universitario di letteratura inglese e uno scrittore senza talento. A dispetto di tutti, Bramhall si isola in una baita dimenticata tra i boschi dove riesce nell’impresa di scrivere un grande romanzo. Terminata la stesura del suo capolavoro, il professore sotterra il suo prezioso manoscritto e si reca in paese per festeggiare con una buona bottiglia di champagne. Durante quella breve e fatale assenza, un orso – Hal Jam – scavando trova il romanzo e decide di raggiungere New York in cerca di fama e fortuna. In città, quell’orso singolare viene accolto come un autore di talento e invitato alle feste più esclusive, mentre la disperazione bestiale di Bramhall, crescendo, porta i suoi vecchi amici ad allontanarlo con giudizi severi.
Nel suo “Orso che venne dalla montagna”, William Kotzwinckle sfoggia un umorismo sfrenato e rende il suo irresistibile protagonista, un gigantesco orso bruno con l’innnocenza di Forrest Gump, il riflesso sincero di una società sostanzialmente incapace di riflettere sugli aspetti della vita moderna.

Quando ve l’ho presentato qualche tempo fa l’ho descritto così : “E’ così che viene descritto il nuovo e frizzante libro edito dalla Zero91, dall’autore di E.T. l’extraterrestre. Una fiaba per adulti unica e divertente, da leggere tutto d’un fiato.”
Bene, sono felice di dire che il libro si è dimostrato all’altezza delle aspettative.
L’orso che venne dalla montagna è un libro veramente divertente, che non scade nel banale e anzi mantiene un tono irriverente e umano in ogni riga.
Non ho mai letto E.T. e tantomeno ho visto per intero il film, nonostante sia un classico osannato  (non picchiatemi! ho ancora tempo per rimediare 😉 ), posso dire però che Kotzwinkle con questo testo ha acquisito un nuovo affezzionato lettore.
Ogni passo che ha visto il nostro orso Hal Jam verso l’acquisizione della tanto agognata identità “umana”, dal momento in cui ruba il manoscritto e quindi decide di diventare famoso, è costellato di scene esilaranti dove i personaggi che ruotano attorno ad Hal giustificano i suoi comportamenti animali per adattarli alla loro “idea” di personalità.
Ogni stranezza, dal suo aspetto alquanto peloso -verrà osannato come un novello Hemingway (e come dargli torto infondo!)- al suo essere taciturno e monosillabico -per cui ogni nuovo personaggi venuto in contatto tradurrà a suo uso e consumo in significati profondi e illuminanti le parole smozzicate da Hal- lo porteranno ad una fama ai vertici della pazzia . Nel percorso verso la fama Hal saprà inventarsi come personaggio e la sua ricerca diventa, oltre al cibo in grandi quantità :), semplicemente essere riconosciuto come persona.

Dall’altro lato troviamo Arthur Bramhall. Docente universitario in ritiro sabbatico per un anno, persona introversa che non ama  rapportarsi con gli altri e decide di affittare un piccola fattoria isolata in quest’angolino di Maine immerso nei boschi per scrivere il libro del secolo, tale Destino e desiderio.
Peccato che per andare a festeggiare la fine del libro nasconda la valigetta con il manoscritto -si sa, per maggior sicurezza!- sotto i ramo di un abete rosso. Avendo infatti perso il primo manoscritto in un incendio vuole essere sicuro che non gli capiti ancora.
Ma non ha fatto i conti con l’orso che stava passando nei paraggi alla ricerca di cibo.

La serratura saltò e la borsa si aprì. Annusò con delusione
il manoscritto. “Cibo per termiti” disse fra sé e sé e si voltò
per andarsene, ma una riga sulla prima pagina catturò la sua
attenzione e la lesse. Le sue frequentazioni letterarie erano
limitate alle etichette dei barattoli di marmellata e di granella
di zucchero colorata, ma qualcosa nel manoscritto lo costrinse
a continuare a leggere. “Non male” pensò. “Davvero
niente male.” C’era molto sesso e una piccola parte riguardante
la pesca, con dettagli accurati ed evocativi. “Questo
libro ha tutto” concluse. Infilò il manoscritto dentro la borsa,
addentò i manici e si diresse verso il paese vicino.

Anche Arthur seguirà un percorso che lo porterà a conoscere personaggi assurdamente improbabili, primo tra tutti il vecchio saggio Pinette che lo prenderà sotto la sua ala protettrice per aiutarlo a trovare storie (che vi assicuro raccapriccianti per quanto sono possibili) e spunti per scrivere un nuovo libro.
Un Arthur che si sentirà cambiare poco a poco, anche lui alla ricerca di quella che sarà la sua personale felicità…
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Il segnalibro de “L’orso che venne dalla montagna”
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3. consiglio di usare il cartoncino/carta fotografica doppia perchè risulti più robusto, magari stampate il segnalibro doppio e incollate i due lati bianchi l’uno sull’altro, per avere la doppia faccia.
4. Per ultimo ma non meno importante…il nastro…usate quei nastrini da 4/5 mm in finto raso che trovate nei negozi di bricolage e hobbistica….. o più d’uno e inseritelo in un taglietto che dovrete fare a circa 5 mm dal bordo superiore…un taglietto di 5 mm di larghezza. Oppure incollatelo fra le due facce che avete precedentemente preparato.

…Ma potete anche non mettere alcun nastro e lasciarlo così com’è. ^_^

 

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