R: The Restorer. La signora dei cimiteri di Amanda Stevens

The Restorer. La Signora dei Cimiteri
Amanda Stevens

Graveyard Queen #1 di 3 | Booktrailer

Editore Harlequin Mondadori
Pagine 380 |
Prezzo € 9.90 hardcover
Uscita 30 giugno 2012
ISBN 9788861833227
Voto

Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un’esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perchè il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.


Amelia ha nove anni quando, durante un pomeriggio passato ad aiutare il padre -custode di cimiteri-, vede il suo primo fantasma.
Il padre, che ha lo stesso “dono” ed è spaventato dalla sua curiosità di bambina, le insegna la regola più importante da seguire: non si deve far loro capire che li si può vedere.

«Quello che i morti desiderano di più di ogni altra cosa è fare di nuovo parte del nostro mondo. Sono come parassiti, che ci succhiano le energie, si nutrono del nostro calore.»

Non guardarli, non rivolgere loro la parola, non permettere che intuiscano la tua paura, neanche quando ti toccano.
Amelia è così costretta ad impararare fin da piccola a controllare i propri sentimenti e comportamenti, onde evitare che un fantasma possa accorgersi di lei, “catturarla” e tentare di possederla, risucchiandole l’energia vitale.
Sono poi altre le regole che, il padre le spiega, deve seguire.
La seconda dice: non allontanarsi mai troppo dal terreno consacrato. Come alcune porzioni di cimiteri o luoghi naturali che, con l’esperienza, Amelia avrebbe riconosciuto per istinto.
La terza: stai alla larga da chi è accompagnato dai fantasmi, sono un terribile pericolo per chi può vederli.
Regola numero quattro. Mai, mai sfidare il destino.
L’Amelia ormai cresciuta ha fatto sue queste direttive e la sua vita, come per il padre, sono diventati i cimiteri. Luoghi che le sanno infondere pace e tranquillità…a differenza delle persone che, per l’appunto, spesso sono accompagnate da ospiti indesiderati. L’amato lavoro di Amelia consiste nel restauro degli antichi cimiteri, quelli ricchi di storia e significati nascosti che lei riporta alla vita con passione, dedizione e cura finchè la loro antica gloria è stata ripristinata. E lo fa così bene da vernir chiamata “La signora dei cimiteri“.
Tutto cambia quando ottiene l’incarico di restaurare l’antico cimitero di Oak Grove a Charleston, città in cui da poco si è trasferita.
La bellezza del cimitero è innegabile, come lo è la quantità di lavoro che dovrà eseguire per sistemarlo, ma c’è anche qualcosa di strano che alegga tra le sue tombe.
Qualcosa di terribile e minaccioso.
La minaccia si concretizza qualche giorno dopo aver iniziato la mappatura fotografica del cimitero quando Amelia verrà contattata dall’affascinante ma tormentato detective John Devlin, al cui seguito Amelia vede una bellissima donna e un’altrettanto bella bambina, per il ritrovamento di un cadavere riaffiorato -a seguito di un recente acquazzone- in una delle vecchie tombe dell’Oak Grove.
Amelia verrà chiamata, quale esperta, a fare da consulente per la preservazione del cimitero, durante i lavori di esumazione del corpo da parte della polizia.
E non si renderà conto, finchè non sarà troppo tardi, di aver oltrepassato il punto di non ritorno verso quel mondo che da sempre ha cercato di evitare.

La magia di questo romanzo è nei cimiteri descritti dalla Stevens. In quel mondo silente che ci viene presentato come  misterioso e spirituale, ricco di pace e tranquillità. Chiaramente parte integrante delle passioni dell’autrice, che lo presenta intensamente attraverso il personaggio di Amelia.
Un mondo del tutto sconosciuto a noi amanti del paranormal, che siamo stati abituati a ben altri ambienti, e che quindi ci ritroviamo con questo romanzo in una situazione nuova e affascinante.
Amelia, come Devlin e la maggior parte dei personaggi secondari, è una figura tormentata che deve ancora capire sè stessa e il mondo che la circonda e che dovrà lottare contro le consuetudini di una vita intera.
L’autrice ha poi saputo ben calibrare il filo della storia , che viene mantenuto teso per tutta la sua durata con una parte thriller veramente ben gestita, con l’inizio dell’evoluzione dei personaggi. Certo è che il romanzo è solo un’overture al mondo di The Graveyard Queen e resto sicuramente in attesa del seguito che, per nostra fortuna, conta “solo” altri due romanzi e quindi spero di poter leggere in breve tempo.

R: Ladra di sangue di Cherie Priest

Ladra di sangue
Cherie Priest

Cheshire Red Reports #1

Editore Tre60
Pagine 352
Uscita 24 maggio 2012
Prezzo € 9.90 rilegato
ISBN 9788867020102
Voto

A Raylene Pendle non piace essere una vampira e, soprattutto, lei non vuole avere niente a che fare con i suoi simili. Ecco perché i suoi clienti sono esclusivamente esseri umani, sebbene si tratti sempre di personaggi poco limpidi. Raylene, infatti, è una ladra professionista: su commissione, ruba opere d’arte d’inestimabile valore e rarissimi gioielli antichi. Il giorno in cui viene contatta da Ian Scott, un vampiro, Raylene è quindi molto diffidente. E i suoi dubbi si moltiplicano quando Ian le racconta di essere stato la cavia di un progetto segreto finanziato dal governo per scoprire l’origine dei poteri dei vampiri e sfruttarli in ambito militare. Purtroppo gli esperimenti a cui è stato sottoposto lo hanno reso cieco e ora, grazie all’aiuto di Raylene, lui si vuole vendicare, recuperando alcuni documenti che proverebbero i crimini commessi dal responsabile del progetto, il maggiore Bruner. Non appena accetta l’incarico, però, la vampira entra nel mirino di spietati agenti speciali, disposti a tutto pur di fermarla. E anche il dottor Keene, il medico che ha preso in cura Ian dopo la fuga dal laboratorio dell’esercito, sembra nascondere troppi segreti: capire di chi si può fidare non è semplice, ma per Raylene potrebbe rivelarsi l’unico modo per restare in vita…


Raylene Pendle è una vampira e si guadagna da vivere facendo la ladra su commissione.
Solitamente accetta lavori solo dagli umani, dato che non ha molta fiducia nei suoi simili. Fiducia persa a seguito del tradimento subito per mano della regina della sua stessa Casata. Da allora è una solitaria, vive isolata e lavora pensando solo a sè stessa e ai suoi interessi.
Raylene viene descritta come una ragazza che sembra avere appena superato la ventina (in realtà ha ormai un centinaio d’anni), dai capelli scuri alla paggetto e dai grandi occhi scuri (infatti la trasformazione in vampiro comporta che la pupilla degli occhi si amplii fino a coprire quasi per intero l’iride).
Patologicamente paranoica, cerca sempre di prepararsi ad ogni evenienza. Ha appartamenti sparsi un pò ovunque nell’eventualità che la casa in cui vive venga scoperta e porta sempre con sè una borsa piena di oggetti che “potrebbero” rivelarsi utili…ma che alla fine non usa praticamente mai.
Non stringe legami stretti con nessun altro essere vivente…nemmeno con i due animaletti (due fratelli senzatetto) che si sono appropriati abusivamente del magazzino in cui accumula la sua refurtiva.
E per questo si sente, tutto sommato, sicura della vita che si è costruita fino a quel momento. Ma questa sua apparente sicurezza crolla quando riceve una lettera all’indirizzo “segreto” di casa sua.
Una lettera inviata da un vampiro.
E non uno qualsiasi, uno cieco!
Ian Stott, come Raylene, è un vampiro solitario per cause di forza maggiore.
La perdita della vista, infatti, lo ha costretto ad allontanarsi dalla Casata di apparteneza per paura di essere eliminato da qualche rivale invidioso della sua posizione vicina ai vertici. Ma la sua intenzione è recuperare l’uso degli occhi…e per farlo ha bisogno delle particolari abilità della ladra vampira.
Ian è diventato cieco a seguito di torture ed esperimenti a cui è stato sottoposto da un gruppo militare segreto che stava studiando le creature soprannaturali per carpirne le capacità potenziate, quali la vista o l’udito, e poterle quindi adattare agli umani. Il programma Bloodshot (dal nome originale del romanzo) però è stato smantellato ormai da anni e l’unico sopravvissuto tra le cavie sembra essere Ian. La sua speranza quindi è di recuperare la propria cartella clinica (e qui entra in gioco il nostro Stregatto=Raylene),  poter capire cosa gli è stato fatto e forse curare il danno subito.
Raylene, dopo essersi decisa ad incontrare questo nuovo cliente piuttosto sfacciato, non può fare a meno di sentirsi vicina a Ian, sia perchè lo trova interessante e le spiace per lui…sia per paura che una cosa del genere possa un giorno succedere anche a lei (…e torna di nuovo la paranoia). Ovviamente non si rende conto che stà per invischiarsi in casini supersonici.

Insomma, gli spunti di base del romanzo ci sono e sembrano molto interessanti, ma mi dispiace dire che non decollano mai completamente. Il romanzo non si trasforma mai in qualcosa di avvincente che sa tenere col fiato sospeso, fino all’ultima nota. E in fondo parliamo di un romanzo che si basa interamente sull’investigazione e l’azione, ecchecaspita! Qualcosina di più me lo aspettavo.
Ma forse non è neanche giusto dire che sia la parte investigativa e d’azione che ha delle mancanze, perchè in realà parecchie scene hanno un loro “perchè”.
I problema di questo romanzo sono i personaggi.
Privi di spessore, hanno caratteristiche che potrebbero renderli unici…ma si perdono per strada nel cercare di rendersi tali e alla fine risultano piatti e noioselli.
Per prima la stessa Raylene. L’autrice le fa dire battute che in teoria dovrebbero farla sembrare sarcastica e quindi ironica, ma in realtà non fanno ridere per nulla. Dovrebbe essere una ladra esperta e sicura, invece sembra non sapere veramente cosa stia facendo. Sempre incerta e sommersa dalla paranoia.
In più la Priest ha reso le caratteristiche da vampiro veramente poco chiare. In certi momenti sembrano quasi insigificanti, come se fossero quasi superflue. In altri le tira fuori come un asso nella manica.
Devo dire che mi ha un tantino confusa.
Insomma, per me è stato un romanzo di medio gradimento. Ad alcune cose valide, se ne sono contrapposte non poche carenti. Devo essere sincera, comunque, nel dire che l’autrice è riuscita a rendermi curiosa per quanto riguarda il proseguo della vicenda. Sapere che fine faranno i personaggi nel seguito.
E, in fondo, questo è quello che importa. Vuol dire che l’autore è riuscito nel suo intento di creare proseliti. 😉

R: Un segreto non è per sempre di Alessia Gazzola

Un segreto non è per sempre
Alessia Gazzola

Alice Allevi #2 | www.allieva.it

Editore Longanesi
Pagine 416
Prezzo € 17.60, rilegato
ISBN 9788830432161
Voto

Dura la vita per Alice Allevi, che ha appena superato la delusione per non aver vinto un micro seminario di Scienze Forensi. Non che le interessasse tantissimo l’argomento: il fatto è che il seminario si sarebbe tenuto a Parigi, e a Parigi vive Arthur. Ma tant’è, si sa che per lei l’Istituto di Medicina Legale «è un amante malfidato che prende senza dare»… Ma la vita lavorativa ha in serbo per lei altre sorprese, e nello specifico una causa d’interdizione. Lui è Konrad Azais, un famosissimo scrittore, best seller in tutto il mondo, grande esperto di enigmistica. A richiedere l’interdizione sono i figli, che ritengono il padre ormai vittima della demenza senile visto che ha dichiarato di voler lasciare tutti i suoi beni a una sconosciuta.
Quando poi Azais muore in circostanze misteriose, che nemmeno l’autopsia riesce a chiarire, Alice inizia un’indagine combinando le sue conoscenze di medicina legale, l’intuito e la ricerca tra librerie e le opere di Azais…


Alice Allevi, giovane specializzanda in anatomia patologica, bistrattata e sottovalutata da tutti…anche se ogni tanto qualche momento di gloria riesce a prenderselo…un pò superficiale e pasticciona, ma che si sa riscattare per simpatia e normalità. Per non parlare delle sue velleità investigative, quasi quasi più sue che non la medicina legale, è un “personaggio” che ha saputo conquistarsi da subito le mie simpatie. Perchè Alessia Gazzola ha saputo caratterizzarla bene nelle sue peculiarità e nel suo essere, alla fine, “comune”.  Una semplice ragazza dei giorni nostri…piena di pensieri contraddittori sulla prorpia vita privata, ma ricca di interessi e di curiosità (che la farà finire ovviamente in un sacco di guai).
Come sono ben caratterizzati i personaggi secondari e comprimari.
Arthur: fidanzato, reporter giramondo, figlio del “Supremo” -il capo di Alice-, di origine inglese ma con dimora attuale a Parigi (per cui all’inizio del romanzo Alice si farà in quattro per vincere un micro seminario nella città dell’amore…con intenti tutt’altro che accademici), egoista e -insomma- a conti fatti stronzetto.
Claudio: medico legale, dongiovanni, ambiguo -ma non poi così tanto alla fine dato che si capisce benissimo cosa vuole- con Alice, arrogante, so-tutto-io, egoista e -insomma- a conti fatti stronzetto (eumh?! XD).
Yukino: compagna di appartamento, giapponese in Italia per studi, fonte di vivacità e amante delle sane maratone di anime/serie tv, con una passione poco nascosta per i cani che le farà adottare un bastardino che poi rimarrà ad Alice.
Ambra, Lara, Cordelia e chi più ne ha più ne metta. Ma una cosa li accomuna tutti, sanno rendersi simpatici o antipatici a seconda…ma comunque risultano sempre veri.
Mi ha stupito, più che altro, quanto in rapporto siano presenti più personaggi antipatici e/o egoisti rispetto alle controparti simpatiche. Una scelta strana, atipica, che ha saputo donare un “non so che” in più al romanzo. Perchè invece di infastidire questi “anti-eroi” mi hanno fatto sorridere spesso e volentieri per le loro idiosincrasie.
Poi, come la stessa autrice ha più volte rimarcato, i suoi romanzi non intendono accostarsi ai medical-thriller di Patricia Cornwell bensì essere dei chick-lit che mescolando al loro interno una parte urbana e spigliata ad un’altra più seria dovuta alla medicina e all’investigazione.
Un’investigazione deduttiva dove Alice, per la sua proverbiale e maledetta curiosità, non resiste ad immischiarsi dove non dovrebbe. Non riesce a fare a meno di domandarsi cosa sia successo e quindi rimurgina e pensa, pensa e rimurgina, si fa coinvolgere a livello umano dove dovrebbe invece mantenersi distaccata e professionale, come la medicina richiede.
Spingendo chi le stà attorno, con quel suo savoir-faire da sono-in-cerca-di-guai, a darle manforte…loro malgrado.
In tutto questo è coadiuvata e supportata dall’ispettore di polizia che la sprona, molto più di quanto facciano i suoi capi del reparto di medicina legale per stimolarla nel lavoro medico di tutti i giorni (e poi ci si chiede perchè cerchi sbocchi alla vivacità che le è propria), a invischiarsi sempre più nei casi. Finchè la frittata è fatta…di nuovo.
Il caso nascerà, questa volta, con la dipartita di un noto scrittore -l’anziano Konrad Azais- che verrà trovato morto in casa della figlia presso cui viveva, per cause apparentemente naturali. Ma estremamente sospette alla nostra Alice…sopratutto se si pensa che la stessa era stata inviata pochi giorni prima, su ordine del tribunale, per una richiesta di interdizione  fatta dai tre figli maschi dell’uomo, arrabbiati per una lettera in cui il padre annunciava di aver destinato in eredità il suo intero patrimonio ad una non meglio identificata LEI.
Gli interrogativi, le nuove e sempre più sorprendenti scoperte porteranno il lettore a incolpare prima l’uno, poi l’altro dei famigliari di Azais, senza venirne però mai a capo. Altri segreti di famiglia verranno alla luce e si intrecceranno alla vicenda in un modo veramente ben gestito da Alessia Gazzola, che riesce a mantenere quindi fino alla fine il lettore sul filo del dubbio.

R: La confessione di Julie Garwood

La Confessione di Julie Garwood

Editore Leggereditore
Pagine 480
Uscita 2011
Prezzo € 10.00/€ 5.00 ebook
ISBN 978-88-6508-102-0
Voto


Nella penombra del confessionale, il reverendo Tom Madden accoglie il segreto di un omicida. Descrive i suoi piani nei minimi dettagli, fino a svelare anche il nome della prossima vittima. Tom viene risucchiato in un vortice di follia: l’obiettivo del serial killer è infatti sua sorella Laurant. L’agente dell’FBI Nick Buchanan sta per partire per le vacanze quando riceve la chiamata dell’amico Tom. L’uomo si precipita, senza esitare. Tuttavia la ragazza non è disposta a cambiare il suo stile di vita, né a cedere agli umori di uno psicopatico. Ma, messa alle strette, accetta suo malgrado la protezione di Nick. La vicinanza obbligata porta i due a scoprire una passione che riesce a valicare l’ostacolo del terrore, mentre il pericolo si fa sempre più tangibile e pressante. Riuscirà Nick a salvare il suo nuovo amore e a scoprire l’assassino? In questo perfetto thriller psicologico Julie Garwood si inoltra negli abissi più insondabili della mente umana, trascinandoci in una dimensione in cui l’orrore e la sensualità si fondono e accelerano i battiti del cuore delle sue lettrici.

Parto col dirvi che Julie Garwood è una delle mie autrici di historical romance (romanzi rosa storici) preferita. Sopratutto per quanto riguarda i medievali, tra i migliori mai letti.
Ero quindi abbastanza tranquilla su questa lettura…non credevo di cadere nella trappola in cui alcune volte si rischia di incappare con autori che, anche se magari già “rodati”, non si è mai letto.
Ecco…un pò mi sono sbagliata.
Non che sia un butto romanzo, no…questo no. Ma non mi ha soddisfatto completamente. E’ carino, non bello.
Una lettura leggera ma senza grossi sforzi immaginativi da parte di nessuno, nè dell’autrice nè del lettore.
E’ una lettura che scivola. Scivola via tranquilla e pacata.
Quindi, non è certamente da buttare ma poteva essere un pochino più studiata, più che altro la parte thriller.
A me ha dato molto l’impressione di qualcosa di già sentito e letto…insomma nulla di nuovo…ma mantenuto su una linea poco approfondita.
Non posso sapere se sia colpa mia che magari ho già letto libri di questo genere, ma che magari sono stati scritti dopo questo romanzo della Garwood (che quindi non mi suona più come una novità). E perciò non è sicuramente colpa dell’autrice…ma insomma! Non è neanche colpa mia! XD
Comunque in linea di massima una trama carina, dei personaggi ben descritti anche se un pò stereotipati ma una parte thriller un povera che abbassa la media.
Dato che si tratta di una serie di otto libri incentrata sulla famiglia Buchanan, sempre che la leggereditore continui la pubblicazione, aspetto di avere tra le mani uno o due dei seguiti per modificare o riaffermare la mia opinione.